Se preferisci vivere l’atmosfera delle partite di calcio in compagnia di altri appassionati, i bar e i locali sportivi sono un’ottima opzione. La brutalità dell’attacco, l’occhio perso e le modalità della violenza hanno scosso profondamente la società italiana; sui mezzi d’informazione si è cominciato a parlare della Mara Salvatrucha come della peggiore delle piaghe importate. Il 13 luglio 2008, una partita di calcio tra salvadoregni in uno dei campi di Forza e coraggio si è trasformata in una battaglia tra affiliati del Barrio 18 e della Mara Salvatrucha. Quando Deidamia Morán è emigrata a Milano da Tonacatepeque, una città di circa 90mila abitanti nel centro del Salvador, la Mara Salvatrucha non esisteva, e il Barrio 18 era formato da qualche decina di ragazzi ispanici che si davano appuntamento agli angoli e nei parchi di Los Angeles. Un altro striscione di grande effetto e di apprezzabile originalità apparve nella Curva Nord nei primi anni del periodo di Maradona, in occasione di un Napoli-Juve.
L’interesse per la nazionale albanese varca i confini dell’Albania, sia per il grande numero degli emigrati albanesi nel mondo, che per le popolazioni albanesi storicamente presenti in vari paesi d’Europa (da quelle della diaspora storica, arbëreshë in Italia, arbanasi in Croazia, Bulgaria e Ucraina, ecc.) così come alla moderna diaspora in vari paesi, come in quelle autoctone numericamente rilevanti fuori dai confini nazionali (arvaniti in Grecia, albanesi della Macedonia del Nord, Kosovo, Serbia, Montenegro), che dichiara di riconoscersi nei colori nazionali e di seguirne gli incontri. Gli aggressori sono fuggiti, ma la polizia li ha catturati pochi giorni dopo. Morán ha anche scoperto che il suo nome era su una lista, sequestrata dalla polizia ad alcuni mareros, delle persone da estorcere. Lo era davvero. Ma la sua presenza ha un ulteriore significato, che neanche la polizia italiana riesce a cogliere del tutto: el Gato segnala un punto di svolta nel modello di diffusione delle maras a Milano.
Per il suo ruolo a metà strada tra promotrice culturale, sindacalista e politica, è stata testimone diretta dell’arrivo e della diffusione delle maras a Milano. Ho portato il mio database a Milano e l’abbiamo seguito. Nel marzo 2013, Pergolizzi subentrò all’esonerato Massimo Silva sulla panchina dell’Ascoli in Serie B, ma venne poi in seguito anch’egli esonerato e fu richiamato Silva, il quale però non riuscì a salvare la squadra bianco-nera dalla retrocessione. Per la stagione 2020-2021, a seguito dell’esonero di Ezio Capuano dopo una sconfitta contro la Ternana dominatrice del girone, viene ingaggiato Piero Braglia come nuovo allenatore, mentre viene confermato Salvatore Di Somma nel ruolo di direttore sportivo. Una vita che riprende dopo la grave malattia, anche dal punto di vista sportivo. La squadra inizia la stagione 2010-2011 con divise Puma, fornite dal distributore umbro Tecnosport. Serie A come Cristiano Lucarelli, Marco Storari e Davide Baiocco; in precedenza, negli anni 1980, dal vivaio biancorosso era uscito anche un altro nome famoso del calcio italiano e internazionale, Fabrizio Ravanelli, cresciuto calcisticamente vestendo i colori della squadra della sua città. Da metà degli anni ottanta ha contribuito attivamente alla vita della comunità locale, per conservare la “salvadoregnità”.
In misura minore, dalla fine degli anni 1980 i diversi sponsor tecnici dell’epoca scelsero di modificare la canonica uniforme: dapprima, colorando di bianco i vecchi calzettoni neri, ottenendo così un effetto all white, e successivamente in senso opposto, ricorrendo a pantaloncini neri che generarono una predominanza scura nella zona inferiore dell’uniforme; tali licenze creative ebbero termine solo pochi anni dopo l’inizio del III millennio. “La mentalità del marero salvadoregno è diversa da quella di chi arriva da altri paesi, peggio ancora quando parliamo di quelli che sono stati iniziati in Salvador”, dice Marco Campari, uno degli agenti più esperti del gruppo. Lisi e Campari usano con sorprendente precisione il gergo delle gang, fatto di parole che anche il salvadoregno medio ha difficoltà a definire con accuratezza. “Non credo”, dice Campari. Molti non ci sono stati e non si sono fatti mettere le mani addosso, oppure avevano parecchi conti in sospeso in Salvador, nuove maglie roma e alla fine la gang si è divisa”. Alcuni non hanno voluto pagare la gang e, dato che el Gato è sureño al cento per cento e avevano sentito parlare dei problemi che c’erano stati in Salvador, sono diventati della Revolución”. Ebbene, negli ultimi dieci anni diversi sono stati i tentativi di realizzare strutture al passo con i tempi che, salvi rari casi, hanno registrato altrettanti sonori fallimenti.
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