Calcio a 5 (A · U21) · Troverai tutte le maglie storiche da calcio di COPA Football di paesi come Paesi Bassi, Belgio, Germania, Francia, Italia e altri ancora. In questi anni avvenne anche il graduale passaggio dalle vecchie casacche in cotone alle nuove mute realizzate con materiali sintetici; tuttavia si segnalò il particolare caso di Gianluca Vialli il quale, non gradendo molto i moderni tessuti in triacetato, per un certo periodo si fece approntare ad personam delle speciali maglie in cashmere. Se nel caso dell’Inter si è citata una terza maglia, bella quanto vincente, per i rossoneri optiamo per un grande classico e per la maglia Kappa di fine anni ’80. La divisa disegnata dalla Kappa si staccavano per certi versi da qualunque altra mai utilizzata, ma allo stesso tempo richiamava alcuni crismi dei tempi passati: un tessuto aderente, con le strisce biancorossonere in alto sul petto, così da riportare «l’ardente scudo sopra il cuore» – come recita uno dei primi inni della squadra riferendosi allo scudo con la croce di San Giorgio, simbolo di Genova.
UEFA che obbliga le squadre ad avere il proprio stemma in alto a sinistra, per meglio far risaltare tale simbolo si è passati da una sbarra a una banda. È il colore più rappresentativo della squadra nazionale ed è utilizzato come simbolo della famiglia reale del Paese. E poi avevamo davvero una bella squadra. Raffronto tra le maglie doriane della stagione 1980-1981 (a sinistra) con quelle del 1990-1991 (a destra): è ben visibile il diverso posizionamento scelto per lo stemma societario, applicato dapprima sul petto e poi sulla manica sinistra. Al di là dei grandi risultati sul campo si sottolinea la maglia home di quella stagione, con la classica suddivisione tra bianco e blu (a sinistra e a destra) e con l’efficace inserimento di dettagli in rosso. Cerchi una divisa home o da trasferta? Per tutti gli anni 1990 sarà pressoché stabilmente questo l’unico template usato dai doriani per le mute da trasferta.
Come una sorta di tratto distintivo, fino ai primi anni 1990 il club ligure aveva stabilmente sfoggiato delle maglie da trasferta che, stilisticamente, si differenziavano notevolmente da quella casalinga. Differenze nell’inserimento dello sponsor di maglia: nel 1990 (a sinistra) è sopra la fascia biancorossonera, che così migra nella parte bassa del petto; nel 2010 è invece sotto di essa, con la fascia che permane nella sua canonica posizione sopra al cuore. La stessa filosofia viene seguita nella stagione 2015-2016, quella dell’esordio di Joma come sponsor tecnico, che per i portieri doriani realizza una semplice muta nera dove, al centro del busto, svetta unicamente lo scudo genovese. Rispetto a questi ultimi, gli estremi difensori doriani sfoggiarono, fino al III millennio, delle maglie prive della caratteristica fascia biancorossonera: sulle loro mute, era presente unicamente lo scudo di San Giorgio, posizionato ciclicamente al centro del petto o sopra al cuore (e affiancato talvolta dallo stemma societario). Negli oltre quarant’anni successivi alla sua fondazione, all’ombra della Lanterna si sono susseguiti i modelli più disparati: gli anni 1970 furono globalmente caratterizzati da casacche molto spartane e quasi minimaliste, sopra cui faceva bella mostra di sé unicamente lo scudo di San Giorgio; negli anni 1980 toccò invece a una soluzione che vedeva la fascia biancorossonera – in questi casi, per darle maggior risalto su di una base neutra, sempre ulteriormente bordata di blu – trasformata in uno stretto palo verticale che ornava la zona a ridosso del fianco destro, mentre lo scudo di Genova rimaneva al centro dell’addome.
A partire da questo momento, a Maglie, iniziarono a nascere diverse squadre non professionistiche: alcune presero in prestito i nomi di alcuni rioni della città, come ad esempio «Zone», «Santi Medici», «Policarita», «Stazione Piattaforma», «San Martino». Da notare come la presenza della pipa ha dato adito, in tempi recenti, a controversie: nel 2009 il centro antitabacco dell’azienda sanitaria locale di Genova, tramite il suo direttore, chiese alla dirigenza doriana se fosse possibile rimuoverla, motivando ciò con, a suo dire, il cattivo esempio che dava alle giovani generazioni; l’allora presidente della Sampdoria, Riccardo Garrone, declinò la richiesta, rispondendo che l’oggetto era puramente ornativo, in quanto spento. Il 23 novembre 1989 a Rio de Janeiro si tenne una riunione della FIFUSA con l’intenzione di votare lo scioglimento della federazione e il confluire nella FIFA: al voto favorevole di sette federazioni, tra cui quella brasiliana, si opposero dodici federazioni, tra cui il Paraguay, che si fece promotore di una campagna di dissenso verso questo assorbimento, inalberando motivazioni legate all’autonomia di questo sport: secondo i dirigenti era evidente che i due sport avessero come momento comune solo le parti del corpo da utilizzare per controllare il pallone, mentre, per il resto, la gestione del tempo, il concetto di tiro libero, le sostituzioni volanti ed altre caratteristiche del calcio a 5 lo rendevano fondamentalmente diverso dal calcio a 11. Si era soliti portare ad esempio la distinzione tra tennis e tennis tavolo, che non rientra nella gestione della Federazione Internazionale Tennis.
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